dimenticanze

giorno-memoria.jpg“Sorgono allora delle domande: perché dobbiamo ricordare e che cosa dobbiamo ricordare? Bisogna ricordare il male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo bene, anche quando si presenta in forme apparentemente innocue. Quando si pensa che uno straniero o uno diverso da noi è un nemico, si pongono le premesse di un catena, al cui termine c’è il lager, il campo di sterminio.” (Primo Levi parlando di Se questo è un uomo) Non impariamo mai. Olocausto, pogrom, genocidi ancora in atto, guerre sempre più dimenticate o ignorate. Secondo una ricerca della Caritas il 20% degli italiani non è in grado di indicare alcun conflitto armato del pianeta risalente agli ultimi cinque anni. 1 italiano su 5 ha rimosso guerre come quella dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Palestina/Israele, nonostante abbiano avuto molto spazio sui media. Che spazio può dunque avere un conflitto come quello del Sudan che,sempre secondo la ricerca della Caritas, dal luglio 2004 al dicembre 2007, ha avuto una diffusione di notizie pari allo 0,3% di tutte le trasmissioni radio-televisive trasmesse in Italia? Lascia senza parole scoprire che neanche un italiano su dieci conosce i conflitti in Somalia (9%), Cecenia (6%), Bosnia (6%).Per approfondire, diffondere e cercare di conoscere, il sito Conflitti dimenticati  fornisce schede e informazioni, interessante anche il rapporto di Medici Senza Frontiere sulle “del luglio scorso e l’articolo di Alberto Bobbio che esamina la ricerca della Caritas citata prima. Un pò meno recente, ma ugualmente interessante e chiaro il Dossier Conflitti Dimenticati? Perchè, allargando le parole di Primo Levi da Auschwitz a tutti i genocidi ancora in atto: “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.E, aggiungiamo noi, far conoscere.