la strana storia dell'uomo biologico e le nuove regole del bio

blade.jpgSi parla spesso di bio, su altraQblog. Biologico è il cotone delle nostre felpe e della collezione cialis canadian pharmacy invernale di Trame di Storie, biologici sono le tisane e i tè della linea Ayurvethica. Non poteva perciò non incuriosirci la    storia di un pediatra americano che per tre anni si sarebbe alimentato solo con prodotti biologici certificati. Allan Green (nomen omen, si direbbe!)  non è un fanatico salutista ma un medico che ha voluto  vedere quali effetti avesse sulla salute questo tipo di dieta e ne è rimasto soddisfatto, nonostante le infinite difficoltà quotidiane. Infatti mentre da un lato si sentiva meglio, più in forma e ha notato di essersi ammalato molto di meno, dall’altro faticava moltissimo a trovare cibi bio, soprattutto quando era costretto a mangiare fuori casa e spesso nei ristoranti alla richiesta di un piatto biologico si sentiva chiedere: “Intende vegetariano?”  C’è ancora molto sospetto, confusione, diffidenza, anche da parte di chi con il cibo ci lavora. Un buon momento per prendere consapevolezza di cosa significhi prodotto biologico certificato è proprio questo: dal 1 gennaio 2009 è infatti entrato in vigore il nuovo regolamento UE. L’ormai datato Reg CEE 2092/91 sarà infatti sostituito dal nuovo Reg. CE 834/07 che sarà a sua volta ampliato e aggiornato tra il 2009 e il 2010. Tra le novità più importanti  e a immediata visibilità sarà la dicitura in etichetta di Prodotto Biologico e non più Prodotto da agricoltura biologica. Con questo cambiamento si intende sottolineare che biologico non è soltanto il metodo di produzione, ma il prodotto nel suo complesso. Inoltre sarà obbligatorio l’uso del logo europeo  per tutti quelli confezionati con un contenuto di ingredienti bio superiore al 95%, anche se non è ancora stato stabilito quale sarà questo nuovo logo! Infatti molti stati del Nord Europa hanno rifiutato l’attuale logo (la spiga nel cerchio) sostenendone la scarsa riconoscibilità ed immediatezza e la facile confusione con i marchi dei prodotti tipici locali. Per garantire anche la trasparenza di filera si dovrà indicare in etichetta l’origine UE o non UE delle materie prime ed è confermato l’assoluto divieto di impiego di OGM e loro derivati in tutte le fasi della produzione e della coltivazione.